Cos'è
Orari:
- 17:30 (sold out)
- 18:30 (prenotazione obbligatoria tramite i punti di contatto sotto indicati - fino ad esaurimento posti)
Vico Calabrò è un pittore capace di trasmettere la sua inesauribile gioia di vivere, la sua gratitudine per il mestiere che ha scelto e che pratica rispondendo a un'autentica vocazione, attraverso l'inconfondibile segno, mediante i suoi personaggi, di volta in volta, grotteschi, giocosi, eterei, romantici, e i paesaggi effusi di lirismo, immersi in atmosfere sognanti.
Nato ad Agordo nel 1938, residente a Caldogno in provincia di Vicenza, Vico Calabrò iniziò il suo rapporto di frequentazione con la città di Feltre nel 1971, chiamatovi dal gallerista Gino Possiedi per realizzare la serie di litografie Di Feltre, ispirate alle storie e alle vicende feltrine tratte da disparate fonti. Quel legame strettissimo con la città è proseguito nel corso degli anni con gli affreschi realizzati nel Santuario dei Santi Martiri Vittore e Corona nel 1975 e via via con le innumerevoli opere di soggetto feltrino e le pitture murali delle quali ha disseminato, all'interno e all'esterno, gli edifici sul territorio, dalla biblioteca del Duomo al Casel degli Alpini di Villabruna, dall'Ospedale Santa Maria del Prato alla sede della Presidenza di San Vittore ad Anzù, fino alle tante case private.
L'artista agordino ha poi dipinto capitelli di soggetto sacro, come quello nel parco del Museo Diocesano di Belluno Feltre e quello, immerso nel verde della frazione di Tomo, effigiante San Bovo, e, ancora, lacerti di muri di cinta come nel caso dell'opera intitolata Trent’ anni di sagra nel quartiere Boscariz. Nella tecnica del buon fresco Calabrò è un maestro riconosciuto: ha formato una schiera di allievi in disparati corsi, ha fatto parte di commissioni di studio sul tema, ed è figura chiave nell'ambito del Centro Studi “Casa degli affreschi” di Facen di Pedavena e nella Scuola Internazionale per la tecnica dell'Affresco di Feltre.
Nelle sale di Palazzo Bovio-Villabruna-Cumano trovano collocazione oltre 160 opere volte a illustrare i Paesaggi feltrini reali e fantastici di questo poliedrico artista.
Il nucleo principale dei lavori riguarda vedute e scorci feltrini, anche sullo sfondo di una delle principali manifestazioni come il Palio di Feltre, di cui egli dipinse il drappo nel 1989. I soggetti sono rappresentati nelle cere su tavola e negli oli, ma anche nelle minuziose litografie, acqueforti, acquetinte e negli elaborati disegni.
Spazio è stato dato ai panorami lagunari, vista la lunga influenza della Serenissima sulla cittadina, definita già da Anselmo Bucci “una piccola Venezia rupestre”.
Si prosegue con la narrazione delle vicende locali del passato estrapolate dalle fonti storiche, ma anche dalle leggende locali. Una particolare menzione meritano le dodici acqueforti realizzate da Calabrò per illustrare la raccolta di racconti Storia Minore dell'amico letterato Silvio Guarnieri, per ricordare il quale nel 1994 donò alla Galleria Rizzarda la china e caffè su carta effigiante palazzo Facen-Orum-Dall'Armi.
Le tavole di Storia minore con il loro potente e talvolta drammatico richiamo a temi legati alla storia recente della città vengono inserite nella sezione del Disincanto assieme a un'opera di graffiante ironia quale Il buon governo. Una sezione è dedicata anche alla Basilica dei Santi Vittore e Corona, gioiello romanico incastonato sul Monte Miesna, più volte ritratto dall'artista non solo architettonicamente, ma anche attraverso l'insieme di narrazioni correlate, dalla storia delle vacchette alla temporanea cecità di Federico II.
Così come una sezione è riservata all'Incanto, alle Fantasie, luoghi non definiti, circonfusi da un alone magico e popolati da musici, giocolieri, sposi, spesso fluttuanti nell'aria come personaggi chagalliani, per lo più dipinti a cera su tavole, acrilico o olio, all'insegna di un libero gioco dell'immaginazione. Calabrò nel 2004 ha realizzato una serie di acqueforti e acqueforti e acquetinte ispirate alle opere teatrali di Carlo Goldoni. Il commediografo veneziano nel 1729 trascorse un periodo a Feltre come coadiutore alla cancelleria e quindi la cartella assume un particolare valore richiamando la “Piccola fenice”, il teatro progettato da Gianantonio Selva e decorato da Tranquillo Orsi da poco riaperto al pubblico.
La mostra, corredata da un corposo catalogo di 282 pagine, completo di itinerari sul territorio dell'Unione Montana Feltrina, è un'occasione imperdibile per ammirare il mondo incantato di Vico Calabrò in un contesto d'eccezione come la Galleria Rizzarda dove le opere dell'artista dialogano con i ferri battuti del famoso fabbro ornatista facendo a gara nel destare meraviglia.